Voglio adesso parlare in modo un po' più specifico degli scopi della medianità del Cerchio Ifior, Cerchio senz'altro meno noto dell'altro più volte citato in questo sito - ovvero il Cerchio Firenze 77 - e avente finalità assai diverse da quest'ultimo. Ecco cosa Scifo dice a proposito degli scopi del Cerchio Ifior.

Sarà bene spendere due parole a proposito degli scopi di questo Cerchio, ribadendo quanto già altre volte è stato detto (e che così spesso viene dimenticato) e aggiungendo, magari, anche qualcos'altro di nuovo. Lo scopo di questo Cerchio non è mai stato, non è e non sarà quello di dare delle prove dell'esistenza di un mondo ultrasensibile, per lo meno di dare delle prove su richiesta. Per dare la dimostrazione della realtà di questo mondo ultrasensibile vi sono stati altri Cerchi che avevano specificatamente questo compito. Lo scopo di questo Cerchio, invece, è semplicemente quello di essere un'introduzione e un supporto all'avviamento e alla comprensione di un insegnamento più difficile; tant'è vero che noi abbiamo affermato che parliamo per gli umili e per le persone semplici. E vedete, creature, il fatto che io abbia affermato che non vi è intenzione di dare delle prove (anche se a voi può non sembrare) in realtà è in accordo con quanto ho appena detto; infatti qualunque persona umile, qualunque persone semplice si accosti a questo Cerchio (umile e semplice, sottolineo, osservandole nella sua esteriorità, così come siete soliti fare voi tutti) resterà sempre soddisfatta e contenta di aver partecipato, di aver ascoltato, di aver ricevuto anche senza aver visto grossi fenomeni fisici e senza aver avuto grosse prove. Bene, è a queste persone che sanno trovare il giusto dove il giusto si trova, che sanno godere di ciò che ricevono, che si sentono appagate da una certezza, che si pongono domande (magari semplici eppure, nella loro semplicità, così importanti), che noi abbiamo il compito di rivolgerci. Non abbiamo intenzione quindi, come già una volta abbiamo detto, di salire in cima a un grattacielo e urlare al mondo la nostra esistenza, ma ci accontentiamo di restare, in umiltà, al piano più basso dove gli umili risiedono, e questo malgrado i tentativi di indurci, invece, ad emulare altri Cerchi che altri compiti avevano. Ecco perché, nel corso di questi anni, abbiamo continuato e continueremo a fare il nostro lavoro semplice, con calma, con costanza e pazienza, accogliendo a braccia aperte ogni persona che si avvicinerà a noi sotto la spinta della fiducia e dell'amore, accogliendo a braccia aperte anche le altre persone che, magari, verranno, sotto la spinta della curiosità, o per chiedere prove…. o per metterci alla prova, cercando, se possibile, di lasciare un segno in entrambi i tipi di persone, ma dedicandoci principalmente al primo tipo, poiché questo è proprio il nostro compito.


Il messaggio sopra riportato credo si possa rivolgere principalmente a qualunque persona che, leggendo questo sito, veda in esso solo l'opportunità di assistere ad una seduta e quindi a fenomeni eccezionali. Non che ciò non possa in assoluto accadere, ma che almeno sia chiaro che lo scopo principale del Cerchio non è quello di stupire o convincere con l'uso di fenomeni eccezionali. Per chi si recherà ad una seduta del Cerchio Ifior con seri dubbi sulla veridicità degli interventi medianici che lì si verificano - e magari con poca e nessuna conoscenza dei messaggi (anche solo quelli riportati in questo sito) - sappia che molto probabilmente se ne andrà a fine seduta con gli stessi identici dubbi di prima. Sulla complessità del messaggio invece mi preme dire che, per quanto il Cerchio si rivolga comunque ai "semplici", ormai la difficoltà degli insegnamenti trattati - visibile leggendo le altre sezioni di questo sito - richiede evidentemente una certa preparazione. A ribadire a quanto già detto - aggiungendo anche qualcosa - riporto il messaggio di Michel, guida fisica del Cerchio Ifior:

Buonasera, figli. Non potevamo lasciare che questo incontro così vicino alle festività natalizie, si chiudesse senza il mio intervento. Anche se dire "mio" potrebbe sembrare, per tutti voi, una contraddizione. Quando dico "mio", infatti mi riferisco a tutti i fratelli che guidano, lavorano in questo gruppo, a tutti quei fratelli che hanno deciso di cercare di dare ad ognuno di voi non soltanto motivi di meditazione mentale, ma la certezza - e noi speriamo che, prima o poi, dentro ognuno di voi diventi veramente certezza - del vero amore. Non vorremmo che ognuno di voi cadesse in trappola quando noi diciamo queste cose, non vorremmo cioè che ognuno di voi cercasse di dimostrare, quando si trova magari in contatto in qualche modo con gli altri, la nostra realtà. Pensateci un attimo, veramente, pensateci un attimo sentitamente, con il cuore, con quello stesso cuore che noi cerchiamo di comunicarvi, quando io, che sono semplicemente una pedina preposta a questo compito, cerco di farvi percepire fisicamente la nostra vicinanza: che importanza ha sapere se io sono veramente chi dico di essere, che importanza può avere se poi, all'interno, all'interno di ognuno di voi, questo mio passaggio, questo mio tocco, questo mio elargire in qualche modo energia, o profumo o un piccolo dono, vi scuote, smuove qualcosa al vostro interno, mette ordine nella vostra interiorità, vi fa superare nella vostra mente, anche soltanto nella vostra mente, i bisogni? Che importanza può avere dimostrare che io che vengo qua, a parlarvi, a toccarvi, sono lo stesso Michel che si presentava in altri luoghi? Che importanza può avere se un mio eventuale e lontano cognome è stato quello di Nostradamus, se poi ognuno di voi non lavora per niente al proprio interno? Certamente in questo Cerchio potrebbero presentarsi personalità che hanno portato dei cambiamenti nel modo di essere e di pensare dell'umanità, ma avrebbe veramente un significato se questi individui dicessero solamente delle banalità? Se questi eventuali o presunti o… concedetemelo… sedicenti entità continuassero a ripetere le cose che allora avevano detto senza adeguarsi magari ai nuovi bisogni di una realtà veramente difficile e caotica e stressante se vogliamo, e non cercassero di indurre ognuno di voi a ricercare la forza e la volontà, il desiderio di andare avanti al vostro interno? Io potrei dire di essere stato veramente quello che ognuno di voi, magari in cuor suo pensa e spera; posso dire di essere stato Michel de Nôtredame, certamente, ma cambierebbe qualcosa in quelle parole che in tutti questi anni sono andato dicendo? O se più semplicemente dicessi di essere stato un Mario Rossi che ha capito una parte della realtà e che in qualche modo vuole condividerla con altri fratelli che stanno compiendo un viaggio difficile, un viaggio in qualche maniera stanchevole, ma infinitamente utile per la propria serenità, soprattutto, ciò avrebbe meno valore?
Io credo, figli miei, io credo veramente che anche il vostro desiderio quando giungete qua tra di noi, dovrebbe essere molto più semplice; dovrebbe essere quello di saper ascoltare quanto noi andiamo dicendo, senza farsi veramente troppe domande su quanto viene detto, sul perché, perché noi sappiamo che la vostra mente è strutturata così, così come d'altra parte lo era la nostra allorché sentivamo come voi, ma noi sappiamo che se voi riusciste a superare questo piccolo ostacolo (e fosse solo quello!, ma per ora limitiamoci ad analizzare quello), se voi riusciste veramente a superare quel piccolo ostacolo, allora le nostre parole, al di là delle piccole e, qualche volta perché no anche volute, contraddizioni che in esse potete trovare, ognuno di voi veramente riuscirebbe a comprendere, comprendere di più in quello che andiamo dicendo, perché - come sempre abbiamo detto - non sono soltanto le parole che hanno significato in quel che diciamo, ma vi è veramente qualcosa di più, qualche cosa che va oltre, che voi, ora come ora non siete ancora in grado di recepire, ma noi sappiamo che ognuno di voi, ogni volta che comunichiamo è in grado di ricevere qualcosa di più o forse no? Chissà, quanto, quante volte quando noi vi diciamo semplicemente la parola casa, la vostra mente recepisce soltanto la parola casa o percepisce ciò che noi vogliamo che ci sia dietro questo semplice termine? Io credo che anche per altri amici, e anche per altri compagni di viaggio che per il momento ci hanno abbandonati, sia importante ricordare che non vogliamo, così come mai abbiamo voluto, che venisse dimostrata la nostra realtà; noi abbiamo teso fin dall'inizio del lavoro di questo Cerchio a cercare di far comprendere all'individuo l'importanza del messaggio e non di chi stava dietro al messaggio.
In fondo, quando voi andate a teatro apprezzate quello che viene rappresentato, il lavoro che c'è stato dietro ha certamente la sua importanza, certamente ha il suo valore, ma in quel momento ciò che vi comunica l'emozione è quello che viene rappresentato, anche se il lavoro che c'è stato dietro è quello che ha fornito poi la rappresentazione. Ebbene, vorrei che tutti voi comprendeste che quello che sta dietro a quella che è questa rappresentazione non è Michel, non è Moti, non è Scifo, non è Viola, ma è soltanto Amore.


E con questo chiudiamo per il momento la questione. Inizialmente avevo pensato di evitare del tutto l'argomento medianità perché ero certo che - così facendo - l'attenzione sarebbe stata calamitata esclusivamente dal messaggio e che chi mi avesse eventualmente contattato, l'avrebbe fatto spinto dal solo desiderio di poterne sapere di più. Così invece non è andata, e sono stato contattato solo da persone che - intuendo la provenienza di queste comunicazioni - volevano potervi assistere. Individui attratti quindi non dal significato stesso delle parole, bensì dal fenomeno noto come medianità. Ora tu che forse avrai questo stesso desiderio - del tutto accettabile e giustificabile, sia chiaro - spero saprai meglio cosa ti aspetta e qual è lo spirito e l'intento di queste meravigliose guide. Come deciderai di agire, poi, logicamente, sarà a tua totale discrezione.

«

 

(Torna Su^)