Anche la situazione più disordinata è tale solo in apparenza perchè ha la funzione di dare ordine alla comprensione di chi ne è partecipe __Moti




Materia e vibrazione
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ll cammino prosegue con nuovi approfondimenti sui cosiddetti piani di esistenza e sulle modalità con cui essi interagiscono. L'effetto che una simile conoscenza può avere è per me stato duplice. Da un lato tutti i discorsi fatti sui piani di esistenza hanno acquisito molta più - come dire? - credibilità e logica, e dall'altro ho avuto la netta sensazione di capire meglio come funzionasse la mia stessa interiorità. L'unico problema è che il livello di difficoltà di questo argomento è senza dubbio superiore a quello di tutte le questioni toccate nelle altre sezioni.

Il "conosci te stesso" presenta problemi solo perché il nostro stesso io si oppone alla sua applicazione, cercando di deviarci verso direzioni solo apparentemente corrette, ma che sono in realtà meramente illusorie. Non è questo il caso di ciò di cui parleremo tra poco. Qui si tratta solo di far funzionare per bene le meningi, e io farò il possibile perché tutto il discorso risulti chiarissimo. Ricordo ancora una volta che se questi concetti sono trasmessi con semplici parole, non è perché io, e soprattutto i maestri, non sapremmo usarne di più tecniche e più difficili. Sarebbe anzi più comodo, forse, poter ricorrere a singoli termini invece che a frasi intere che li rappresentino in modo più chiaro. Ma lo scopo del parlare è quello di comunicare concetti, e più il linguaggio si rivela adatto a questo fine - essendo il più chiaro possibile - , più è strumento utile per il fine per il quale esiste. Nel osservare altri insegnamenti "analoghi" a questo, devo dire, ho notato spesso criptiche definizioni che facevano largo uso di maiuscole, ricorrendo a termini assolutamente indecifrabili per chi non fosse "addetto ai lavori". Senza soffermarmi sui contenuti esposti da queste altre fonti, io credo anche che se si ha davvero qualcosa da dire e da comunicare, è nell'interesse di chi parla essere il più chiaro possibile. Senza il desiderio di aprire una vera polemica, cosa direste di fronte ad una frase di questo tipo?:

Il piano costante è l'Essenza della creazione che ha raggiunto la consapevolezza dell'identificazione del Principio di creazione e, quindi, viene "sentito" soltanto dall'Essere che in una manifestazione deve esprimere il Principio Cristico, in quanto tale Principio è costituzione della Volontà Assoluta.


Ammetto di capire solo che dentro quella frase ci devono essere delle verità, ma solo perché grazie ad altre fonti assai più "trasparenti" ho potuto conoscere il significato di alcuni dei termini sopra usati. Tuttavia il fatto che esistano messaggi spiegati in questa forma, significa che ci sono persone che da essi traggono beneficio o che addirittura - perdonami il sarcasmo - li capiscono. A ognuno il suo, giusto? Abbiamo introdotto il concetto di piani di esistenza, e ti risparmio lo sforzo di ricordare i loro nomi elencandoli per te: piano Fisico, piano Astrale, piano Mentale e piano Akasico (e ancora ci fermiamo a questo, tralasciando i piani Spirituali). L'immagine utilizzata per rappresentarli è stata quella di una miscela di gas a diverso "peso", mischiati e compenetrati tra loro. Non c'è bisogno di ricorrere a verità trascendenti per sapere che tra le particelle che compongono la materia fisica esistono grandi spazi "vuoti" (il vuoto non esiste). Maggiori sono le tue conoscenze in ambito scientifico più potrai appoggiarti ad esse per capire meglio tutto il discorso. Colgo l'occasione per sottolineare l'importanza della cultura, proprio come strumento per capire meglio la realtà che ci circonda e - ancora di più - la realtà che si agita dentro di noi. Raramente la cultura viene usata però a questo fine, rimanendo quasi sempre solo una piuma in più con la quale pavoneggiarsi. Ebbene, se vuoi avere un metro di misura per questi "spazi vuoti", credo che si possa ricorrere all'analogia con lo spazio interstellare. Se hai qualche nozione di astronomia, conoscerai le distanze astronomiche - sconfinate e quasi inconcepibili - paragonate alle piccole zone in cui è possibile trovare della materia. In scala microscopica la faccenda cambia assai poco, e il singolo "quark", o "neutrone", o "neutrino", non è che una minuscola oasi in un immenso deserto fatto di vuoto apparente. La nostra scienza è già a conoscenza del fatto che il vuoto assoluto non esiste, ma vorrei adesso spingere oltre questo concetto. In linea di massima potremmo affermare che negli spazi vuoti tra la particelle di materia fisica, possiamo collocare le "particelle" del piano Astrale e quelle degli altri piani più sottili, impossibili da rivelare con strumenti del piano Fisico. Questa diversa sottigliezza della materia non è certo solamente rilevabile passando da un piano di esistenza all'altro, infatti si può facilmente notare anche all'interno di uno stesso piano (come il Fisico) che la materia che lo compone è organizzata a diversi gradi di densità. Il passaggio da un solido, a un liquido, a un gas è l'esempio forse più evidente e banale di ciò. Un esempio meno banale potrebbe essere il paragonare il fenomeno noto come elettricità, con quello più "sottile" costituito dalla semplice luce. Nel primo caso la nostra scienza sa che si tratta di elettroni che si spostano sospinti dalla forza di un campo elettrico, nell'altro caso siamo di fronte a quanti di energia chiamati fotoni. Anche senza un bagaglio culturale scientifico molto avanzato questi concetti dovrebbero essere facilmente comprensibili. Ma vediamola ora da un altro punto di vista. Da quanto esposto fin qui, sembrerebbe che esista una netta separazione tra i diversi piani di esistenza. Una separazione non determinata dallo spazio (abbiamo detto che i diversi piani occupano il medesimo spazio) bensì dalle "particelle" di cui sono composti. Sbagliato. Non so fino a che punto sei al corrente degli sviluppi scientifici nel campo delle particelle subatomiche, ma certo saprai che siamo già arrivati molto oltre ai classici protoni, neutroni ed elettroni, e che siamo giunti ad identificare tutta una serie di particelle molto più piccole e instabili, entrando sempre di più nel cuore pulsante della materia quale noi la conosciamo. Dato che è illogico pensare che si possa dividere la materia all'infinito (neanche l'energia si piò dividere indefinitamente perché il fotone è la più piccola frazione di energia nota alla scienza), è giocoforza supporre che esiste un ultimo mattone indivisibile, che noi chiameremo "unità elementare". Dividendo un'unità elementare del piano Fisico otterremo particelle del piano Astrale. O più in generale possiamo dire che: la scissione dell'unità elementare di un qualunque piano di esistenza porta ad ottenere "particelle" del piano di esistenza successivo. Intendendo con "successivo" quello immediatamente seguente in ordine di grossolanità della materia. Dal Fisico all'Astrale, dall'Astrale al Mentale, dal Mentale all'Akasico. Volendo continuare con l'analogia potremmo paragonare il tutto ad un bicchiere d'acqua che si sta ghiacciando: al suo interno si troveranno piccoli cristalli di ghiaccio (materia Fisica) sparati tra loro da acqua allo stato liquido (materia Astrale). Ma anche il ghiaccio ovviamente in realtà è acqua ad uno stato più grossolano di aggregazione. Nessun mistero, nessun fumo negli occhi, come vedi. Si tratta di un discorso - anche se magari un po' noioso - estremamente logico e lineare. Quindi segue la chiara conclusione che - in effetti - la materia Fisica deve essere composta da materia Astrale, se è vero che è la materia Astrale a comporre l'unità elementare del piano Fisico. Quindi tutto è composto da materia Astrale? No. Perché anche l'unità elementare della materia Astrale è composta dalla sostanza del piano successivo, ovvero il Mentale. Quindi allora possiamo dire che tutto è fatto di materia del piano Mentale? Ed a questo punto hai già capito dove si può andare a parare con questo ragionamento. Suddividendo sempre di più la materia ci si sposterà progressivamente attraverso piani di esistenza via via più sottili fino a raggiungere il limite estremo di sottigliezza (e non approfondiamo oltre a questo punto). Ora sentiamo cosa dice Georgei a tal proposito:

Se voi guardate l'insegnamento del passato per quanto riguarda la materia, trovate che tutta la materia di un piano di esistenza, è costituita dalla ripetizione, dalla ripetuta aggregazione di una stessa unità di materia definita unità elementare. Questo era stato detto a suo tempo essere valido per il piano Fisico, ma anche per gli altri piani di esistenza e significava che anche per il piano Astrale, il piano Mentale, il piano Akasico e i piani Spirituali, vi sono delle unità elementari, o, meglio ancora, che il piano Astrale è costituito da materia Astrale la quale può essere suddivisa fino ad un'ultima componente di materia Astrale che può essere definita unità elementare Astrale, e che la stessa cosa avviene, naturalmente, per similitudine, anche sugli altri piani di esistenza. Come sapete, abbiamo parlato negli anni precedenti di sottigliezza della materia, osservando che il piano Fisico è quello composto da una materia molto densa che è compenetrata dalla materia degli altri piani, cosicché gli altri piani esistono contemporaneamente, e si può dire, mescolati l'uno con l'altro nel "qui ed ora" fisico. Ovvero ciò che vi circonda è, anche se voi non ve ne accorgete, costituito da materia Fisica, Astrale, Mentale, Akasica e via dicendo. E' un po' come se voi metteste un individuo qualunque all'interno di una stanza in cui vi è un'atmosfera perfettamente equilibrata rispetto alla temperatura del suo corpo, avente cioè la stessa temperatura della sua epidermide, ed essa fosse completamente immota: al di là di quelle che sono le conoscenze, gli schemi mentali dell'individuo in questione, questi non si accorgerebbe, se non lo sapesse per studi e conoscenze varie, dell'esistenza dell'aria all'interno della sua stanza.
Lo stesso discorso può essere fatto sul perché ognuno di voi non si accorge della presenza, intorno a sé, anche dell'altra materia. Infatti, se l'individuo di cui parlavamo prima fosse stato invece messo in una stanza piena di materia di una densità diversa, più simile a quella cui era abituato e con cui la sua stessa materia è in reazione, è in percezione, certamente egli l'avrebbe percepita e ad essa avrebbe reagito. E', quindi, una posizione di interscambio tra la realtà che si vive, le proprie capacità percettive e la materia del piano in cui si sta vivendo. L'insieme di questi fattori segna la consapevolezza dell'individuo nella sua realtà, all'interno del suo piano di esistenza. Consapevolezza che, pur variando per determinati fattori mentali, il più delle volte, da momento a momento lo porta ad agire, a scambiare e a vivere con ciò che lo circonda
. Quello che succede sul piano Astrale, è la stessa identica cosa: l'individuo che ha lasciato il corpo Fisico e vive sul piano Astrale (e quindi è costituito da materia Astrale e consapevole di essa), ha in quel corpo Astrale tutti i sensi adatti per percepire la materia Astrale, che per lui ha le stesse qualità, le stesse possibilità, la stessa capacità di azione e reazione e l'interscambio che ha la materia Fisica per l'individuo all'interno del piano Fisico. Quindi, per l'individuo all'interno del piano Astrale, la materia Astrale che per l'individuo del piano Fisico non è percepibile, è invece reale tanto quella del piano Fisico. La stessa cosa accade anche a chi ha ritirato la propria consapevolezza all'interno del piano Mentale o degli altri piani. Naturalmente, come accade nel piano Fisico, vi possono essere individui che non hanno i sensi di quel piano perfettamente strutturati o equilibrati. Ecco, allora, che vi saranno delle non possibilità di comunicazione, di interazione, di scambio, così come a una persona che nel piano Fisico ha perso la vista non è possibile percepire determinati elementi, pur reali, all'interno del piano della materia fisica.
Tutto questo discorso per farvi comprendere che gli altri piani di esistenza hanno la stessa realtà di quello in cui voi vivete ed anche per dire ancora una volta a coloro che vorrebbero abbracciare i propri cari, che se capitasse loro di incontrarli in uno qualunque degli altri piani, il contatto avrebbe - anche se con sensi diversi - la stessa consistenza, la stessa realtà che potrebbe avere avuto all'interno della materia fisica. Questo perché, ripeto, materie dello stesso tipo reagiscono, interagiscono sempre tra di loro in modo reale ed effettivo.

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