La forma di conoscenza per intuizione può darvi un'idea di quelle che sono le conseguenze della unione tra soggetto ed oggetto. Infatti, se la soggettività nasce dalle caratteristiche personali, psichiche del soggetto, con l'intuizione che esclude i mezzi di conoscenza inquinati da tali caratteristiche si ha una conoscenza sempre relativa perché parziale e cioè di parte, ma non più soggettiva.

In sostanza, la divisione in parti della Realtà Assoluta non è reale; avviene ad opera e dentro il soggetto conoscente; il quale ha una conoscenza relativa e soggettiva se delimita la realtà per effetto delle limitazioni congenite nel processo di percezione; oppure ha una conoscenza relativa ma non soggettiva se conosce al di là del processo di percezione. La conoscenza relativa-soggettiva è chiaramente depositata nella mente, né potrebbe essere diversamente appartenendo essa ai mondi della percezione, delle immagini, dei fenomeni. Ma la conoscenza che significa "essere", cioè la conoscenza relativa e non soggettiva non può risiedere nella mente, la quale per sua stessa natura può accogliere solo immagini. Dirò per inciso che anche nell'intuizione, conoscenza per contatto diretto, ciò che si può raccontare è la traduzione in parole, e quindi in pensieri, della intuizione vera e propria (l'intuizione vera proviene dai veicoli - come l'Akasico - che stanno al di sopra del corpo Mentale, quindi oltre i mondi della percezione soggettiva N.d.R.). Dove può essere con tenuta una realtà relativa ma non soggettiva, cioè non colorata dalla personalità, se non nel mondo del sentire di coscienza? Non lasciatevi ingannare dai termini: sentire può sembrare quanto di più soggettivo possa esservi; ma quel sentire del quale noi vi parliamo è "essere"; è quel sentire che sussiste indipendentemente, anzi domina gli stimoli provenienti dai mondi della percezione; è quel sentire che abbraccia in successione realtà sempre più vaste ("quadrati" sempre più grandi nel nostro esempio N.d.R.). Ricordate sempre che non è la Realtà che oggettivamente è suddivisa, costituita da tante parti: è il sentire che sente in termini parziali, quindi relativi, la Realtà in se stessa Assoluta. Quindi la realtà relativa-soggettiva è dei mondi della percezione - piano Fisico, Astrale e Mentale -; la realtà relativa è del mondo del sentire di coscienza - piano Akasico -; la Realtà oggettiva è del mondo divino, del mondo Assoluto. La Realtà oggettiva è dell'Uno, la realtà relativa e relativa-soggettiva sono della molteplicità. L'Uno contiene la molteplicità, quindi essere Uno significa sentire la molteplicità come un sol Tutto inscindibile, significa perciò essere Tutto, ed essere Tutto significa trascendere la relatività e la soggettività. (Kempis)


Ti è mai capitato di leggere concetti tanto complessi spiegati in modo tanto chiaro? E' solo quando provi a tua volta a spiegarli a qualcuno che ti accorgi della loro complessità e di come è in effetti difficile riuscire ad essere chiari come lo sono i maestri. Dio è assoluto - cioè infinito, eterno, immutabile, onnisciente, onnipresente, onnicomprendente, illimitato in ogni suo aspetto. Dio è coscienza assoluta, Divina sostanza indiversificata. Dio è sia immanente che trascendente. La realtà che noi conosciamo è relativa perché relative sono le nostre coscienze, e soggettiva perché dipende dalla nostra percezione. Diversa è la condizione del nostro sentire di coscienza che si identifica con una porzione della Realtà, quindi è relativo - perché parziale - ma non più soggettivo perché indipendente dal processo di percezione. Abbiamo detto che l'evoluzione è il passaggio da sentire più limitati a sentire meno limitati. Dai quadratini più piccoli a quelli più grandi fino al raggiungimento di Dio stesso, con l'identificazione in Lui. Abbiamo detto che sia i quadratini più piccoli - coscienze più limitate - sia quelli più grandi - compresa quella di Dio - esistono contemporaneamente nell'eterno presente. Una domanda adesso dovrebbe sorgere spontanea: cosa lega due sentire successivi? O meglio: cosa ne sarà di noi povere piccolissime e limitatissime coscienze? Se la mia coscienza di un centimetro di lato dovrà fondersi con un'altra per darne un più grande (che trascende la somma delle parti), io cesserò di esistere? Siamo insomma di fronte all'annoso problema della sopravvivenza, strettamente legato al concetto di fusione o comunione dei sentire (ricordo che il termine "sentire" e "coscienza" sono qui trattati come sinonimi). E' il momento di occuparci di questo argomento per ora solo appena accennato. Il sentire individuale si amplia nel corso del cammino evolutivo umano e oltre. Prima delle incarnazioni umane l'esperienza sul piano Fisico ha il solo scopo di strutturare i veicoli più grossolani (Fisico, Astrale e Mentale), fino al raggiungimento della soglia umana. Da lì in poi - dalla prima incarnazione umana in poi - parallelamente ad un affinamento dei veicoli più grossolani si ha una strutturazione del veicolo Akasico (della coscienza), e quindi un ampliamento del sentire. Conclusa l'esperienza umana il sentire acquisisce la capacità di espandersi anche senza l'ausilio dell'esperienza nei piani più grossolani, e quindi si ritira da essi procedendo nel suo cammino verso Dio. Cammino che - arrivati a questo punto - è ancora molto lungo. Questo secondo cammino avviene solo nel mondo del relativo e non più del soggettivo, e man mano che si avanza, cadono sempre nuovi limiti e avvengono sempre nuove fusioni di sentire. Fino a dove? Fino alla "coscienza cosmica".

La "coscienza cosmica" è in realtà l'ultimo passo prima di Dio. La sequenzialità - il divenire - può avere luogo solo all'interno dei Cosmi, e quindi il divenire dai più ai meno limitati può proseguire solo fintanto che rimaniamo nei limiti di un Cosmo… raggiunta l'identificazione con la "coscienza cosmica" il passo successivo può essere solo l'identificazione in Dio. Mi rendo conto che ora sarebbe necessaria una definizione di Cosmo; posso dire che il Cosmo è dato dalle prime - e illusorie - limitazioni di Dio. Nel esempio del quadrato che ho fatto prima, le "coscienze cosmiche" sono i quadrati di maggiori dimensioni dopo quello unico e più grande che rappresenta Dio (sarebbero i 4 quadrati di cinque centimetri di lato). Ovviamente Dio è resta oltre la somma dei Cosmi, sempre per il principio di unione trascendente. Il nostro Cosmo vede come separatività il tempo e lo spazio, in altri Cosmi ci sono altri principi di separatività. L'unico punto di contatto tra i diversi Cosmi è Dio. Quindi ciascun Cosmo esiste separatamente dagli altri e non è possibile che vi sia un qualsiasi contatto diretto tra essi. Chiariti questi passaggi chiave nel cammino della coscienza, riporto un nuovo messaggio di Kempis, che ci aiuti a capire meglio il resto del discorso.

Ricordo che per ognuno il mondo della percezione nasce dal rapporto fra sentire analoghi di grado diverso. La caduta delle limitazioni ha luogo, inizialmente, alle soglie del mondo umano. Le forme di vita appartenenti ai regni minerale, vegetale e animale, hanno lo scopo di costituire progressivamente gli strumenti della percezione, in modo da consentire la manifestazione del sentire più semplice, dell'atomo del sentire, che inevitabilmente trae seco la manifestazione del sentire più complesso, più ampio. I nuclei di queste forme di vita sono le "monadi", o atomi di sentire. Ciascuna monade rappresenta la base comune e quindi la continuità, la sopravvivenza - in senso metafisico - di moltissime forme di vita appartenenti ai regni naturali; più forme di vita non solo in seno ad una stessa specie, ma in seno a moltissime specie che hanno lo scopo - come ho detto - di costruire gli strumenti della percezione, fino alla completezza necessaria per la manifestazione della monade a cui esse sono legate. Tutto questo è detto, naturalmente, seguendo la successione della manifestazione dei sentire relativi, nella quale successione sembra non esista ancora ciò che sarà e non esista più ciò che è stato. Mentre, se si vuole avere un'idea più aderente al mondo del sentire, occorre porsi al di fuori di ogni successione, e immaginare questo mondo come un immenso organismo, costituito da numerosissimi e diversissimi atomi di sentire, i quali conferiscono, di volta in volta, all'aggregato costituito, un carattere estremamente unitario. Siccome ciascun aggregato costituito ha una natura estremamente unitaria - come ho detto - ciascuno di essi può essere considerato un sentire unico, di qualità diversa da quelli che lo costituiscono: un sentire più ampio. Questo immenso organismo dal sentire cosmico ha un numero altissimo di atomi di sentire, ed un numero sempre minore di sentire compositi a mano a mano che il sentire è sempre più composto - cioè è sempre più ampio - fino ad essere un solo, unico sentire quando è "coscienza cosmica" .
Per dare una indicazione della disposizione di questi sentire, abbiamo detto che se la limitazione fosse esprimibile in numeri, la quantità del sentire relativi originati da ciascuna limitazione, sarebbe pari al numero delle possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall'1 al numero che esprime la limitazione. [Per capire meglio questo bellissimo esempio matematico, sarebbe auspicabile poter tenere sott'occhio lo schema scaricabile QUI ; per vederlo NON occorre alcun particolare programma. Basta scaricarlo e poi aprirlo [ (circa 90 kb) N.d.R.] Così, una sola limitazione origina un solo sentire relativo: la "coscienza cosmica". Due limitazioni originano due sentire relativi, tanti quante sono le possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall'1 al 2: 1-2, 2-1. Tre limitazioni originano sei sentire relativi, tanti quante sono le possibili disposizioni che si possono dare alle cifre dall'1 al 3, e così via; fino alla limitazione massima che origina un numero altissimo di atomi di sentire, un numero tendente all'infinito - ma non infinito - di atomi di sentire. Voi sapete che se n è il numero massimo delle limitazioni, il numero degli atomi di sentire è dato dalla formula: n X (n - 1) X (n - 2) X (n - 3)... e così via, fino a che l'ultimo moltiplicatore è eguale a [n X (n - 1)] cioè è eguale a 1 (per chi lo sa, sarebbe tutto più facilmente esprimibile come n! ovvero il cosiddetto enne fattoriale che troviamo su qualsiasi calcolatrice scientifica N.d.R.).

Ora, volendo visualizzare più aderentemente possibile il mondo del sentire, occorre anche tenere presente che il sentire di limitazione 1, l'unico sentire relativo, la "coscienza cosmica", contiene ed abbraccia 2 sentire di limitazione 2, ciascuno dei quali contiene ed abbraccia 3 sentire di limitazione 3, ciascuno dei quali 6 contiene ed abbraccia 4 sentire di limitazione 4, ciascuno dei quali 24 contiene ed abbraccia 5 sentire di limitazione 5 e così via. In altre parole, la "coscienza cosmica" contiene ed abbraccia tutti i sentire del Cosmo. Ora, se osservando che n sentire di limitazione n costituiscono un solo sentire di limitazione n - 1, qualcuno concludesse che quei sentire si estinguono, finiscono, spariscono, cessano, quel qualcuno commetterebbe un grandissimo errore. Il mondo del sentire è ben diverso dal mondo della percezione: è per voi inimmaginabile. Per immaginarlo più possibilmente in modo aderente, occorre tenere presente che la più alta qualità dei sentire che si manifesta in un numero di sentire sempre minore, è proprio data dalla "comunione" dei sentire più semplici; comunione che non è un processo di acquisizione, punto di convergenza di differenti esperienze di più sperimentatori, come è - ad esempio - l'anima gruppo del regno naturale. L'esperienza non è un fine, è un mezzo che conduce al riconoscimento di una stessa identità. Ed è proprio in virtù di queste "comunioni" che, dal sentire più semplice al più complesso, la consapevolezza d'essere non viene mai meno, ma si manifesta, per tutti indistintamente, come un ampliamento della coscienza che comprende realtà sempre più complete. Quindi nessuno finisce, si estingue, muore; al contrario: ognuno trova la coscienza del Tutto. A chi chiedesse quante sono le individualità nel Cosmo, risponderei che esse sono tante quanti sono gli atomi del sentire, perché ciascuno di essi è collegato, si identifica e si riassume nella "coscienza cosmica". La coscienza cosmica contiene l'intera Realtà cosmica in stato di "comunione", come nel vostro sentire sono riassunti sentire più semplici già manifestati. Questa è quella continuità, quella sopravvivenza che voi temete possa venir meno, possa mancare. Quel divino collegamento, garanzia non solo che l' "essere" non si estingue, ma soprattutto che le contingenti limitazioni ad una ad una cadono, rivelando l' "essere" in tutto il suo inimmaginabile splendore. Perché paventare di perdere ciò che racchiude la vostra consapevolezza entro l'angustia di una condizione relativa? Perché temere di perdere la vostra insufficienza? Quale fragile velo è in sé l'illusione che vi distingue e divide dalle altre creature di voi stessi complemento! Che àncora la vostra consapevolezza a ciò che credete di essere e che fa ritenere le vostre limitazioni tanto preziose da temere di perderle! E quanto tenace lo fate diventare con un simile attaccamento! Ma chi mai potrà dirvi che questa è la Verità? Eppure, credervi significa por fine ad ogni angoscia, ad ogni sofferenza, ad ogni umiliazione, perché è troncare alla radice la ragione di ogni dolore. E che cos'è il dolore se non un segnale che non avete compreso, uno stimolo a ricercare, un invito a comprendere? E quale mai può essere lo scopo per cui ogni uomo si affanna, arrovella, contempla, costruisce, distrugge, se non quello di dargli una coscienza che rifletta la realtà del mondo del sentire? Ma chi mai potrà convincervi, darvi questa certezza? Nel mondo da cui vi parlo, nessuno può vedere ciò che non crede, mai la prova viene prima della certezza! La Realtà è nell'intimo dell' "essere" e solo lì può essere scoperta.


Due sentire che differiscono tra loro per una sola limitazione, poniamo il sentire A con limitazioni 1-2-3-4-5-6 , e il sentire B con limitazioni 1-2-3-4-6-5 , una volta persa la limitazione 6 diverrebbero identici. Cioè diverrebbero un unico sentire C con limitazioni 1-2-3-4-5 , perché non possono esistere due identici sentire (come più in generale non possono esistere due cose identiche). Ecco quindi che A e B entrano in comunione - si fondono - e danno C. Un sentire più ampio - perché ha una limitazione in meno - che comprende e trascende A e B . Osservato dal punto di vista di A, il suo sentirsi di esistere non viene meno nella fusione con B… al contrario. Potremmo dire quasi che aumenta, crescendo la sua coscienza durante la fusione con B. E allo stesso modo nemmeno B cessa di esistere ma - al contrario - potremmo quasi dire che esisterà di più ! Da questo punto di vista quindi Kempis ci vuole dire che la sopravvivenza esiste e permane, dalla prima incarnazione fino all'identificazione con Dio. Torneremo più avanti a trattare del problema della sopravvivenza - se sarà il caso - e per ora chiudiamo qui questa impegnativa sezione.

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