Padre, Padre mio, io ho intrapreso, per Tuo volere la via della medianità, io, Tua piccola creatura, sono gratificata per questo Tuo immenso dono. Padre mio, ma quante paure, quante pause, quanti timori mi bloccano lungo quella strada! Paure che non solo nascono dentro di me, ma che altri, le persone che dovrebbero, insieme a me, godere di questo immenso dono, alimentano, non aiutandomi e, anzi, creando per me problemi che si aggiungono ai problemi che io stessa mi creo, Padre mio. Ma se Tu mi hai dato questo dono, se Tu hai voluto farmi sentire il Tuo Amore, concedendomi questa missione, perché non mi dai anche la forza, il coraggio e la volontà, Padre mio, di superare questi momenti così difficili? Eppure so, io so di sbagliare, son consapevole degli errori che io stessa sto commettendo. Aiutami, Padre, aiutami a capire il perché di questo modo di essere, aiutami ad arrivare alla profondità, aiutami a togliere quelle maschere che mi impediscono di vedere quella luce che Tu, Padre mio, nella Tua infinita bontà, hai dato anche a me. Padre mio, questa è una preghiera: Ti chiedo aiuto, dammi un Tuo segno, dammi la Tua mano e, forse allora riuscirò a sentire il Tuo dono non solo mio, ma anche di tutti gli altri miei fratelli, e comprenderò d'essere veramente unita a tutte le Tue creature ...

Viola

 

... Figlio mio, che segui la via della medianità, figlio, che sei il mio messaggero, che permetti che la tua voce sia la mia voce, abbandona le paure, i timori, le ansie e non temere, se gli altri, i tuoi fratelli, non ti danno quello che tu vorresti da loro. Non rammaricarti, figlio, se mostrano di non capire, non arrogarti il diritto di giudicare la loro insensibilità, figlio mio; ma rallegrati, gioisci per loro e per il fatto che essi sono qua ad ascoltare la mia voce.Perché se loro sono qua, figlio mio, se loro accorrono ad un mio richiamo, se loro ascoltano, è perché hanno compreso che non devono cercarmi là dove io non sono. Hanno compreso, che io non sono là nell'espansione dell'Io, nell'autoaffermazione, nel guadagno, nell'invidia, nella sensualità, nei beni materiali, ma hanno compreso che Io sono in voi in ogni momento, ma che io sono in un sorriso, in una parola, in una mano tesa. Hanno capito che io sono in mezzo a voi, ogni giorno, e altro non attendo che di vedervi finalmente uniti ad ascoltare insieme la mia vera voce, e intraprendere il cammino della vera vita.
Ti amo, figlio mio, ti amo.

Fabius

 

Padre, Padre mio, io a volte guardo ciò che sono e non mi riconosco; io a volte, Padre, mi chiedo se vivo o se muoio ogni giorno. Padre, cosa mi puoi dire, cosa puoi dirmi per rendere la mia vita più semplice? Per farmi capire se quello che vivo è vivere oppure è morire?
Quand'è, Padre, che io sono nato? ...

Viola

 

... Figlio mio, non è come tu credi: tu hai l'illusione, l'impressione di essere nato nel momento in cui, per la prima volta, hai aperto gli occhi al mondo, ma non è così, figlio. Se il tuo nascere fosse limitato soltanto al breve volgere di un'esistenza la tua vita non avrebbe, in realtà, alcun senso, perché quale uomo, per quanto evoluto egli possa essere, riesce davvero, e soltanto nel breve volgere di un'esistenza, a cambiare il suo intimo, fino a riunirsi a me? Nessun uomo, figlio mio, può riuscire a tanto, e perché tu vi riesca è necessario e indispensabile che tu muoia ad ogni momento. Ma fermati un attimo a guardare questo tuo morire. Certamente: da un momento all'altro tu muori e non sei più lo stesso. Certamente: tra un intervallo e l'altro tra le tue vite tu muori e cambi. Ebbene, figlio mio, non fermarti soltanto ad osservare quest'aspetto negativo della tua evoluzione perché - se è vero che tu muori in continuazione - è altrettanto vero che io ti ho dato la possibilità di rinascere continuamente, e se esiste in te un dolore che ti fa sentire la morte vicina, che ti fa sentire il tuo essere impotente, indeciso e fragile, è anche vero che l'attimo dopo, inevitabilmente, io metterò in te la speranza che ti farà sentire nuova vita crescere dentro di te e rinascere, ti farà sentire dentro di te il desiderio di dare agli altri, di creare, di costruire, di fare, perché soltanto in quel modo, figlio mio, tu puoi continuare a sentire d'essere, puoi continuare a sentire che vivi e che la tua vita non è limitata soltanto a portare avanti i tuoi giorni nel modo meno peggiore possibile, a sentire che tu vivi per creare, per creare in te e al di fuori di te ciò che io sono, per tirare a galla dal tuo intimo essere ogni anelito che da me ti proviene, figlio mio. Perché tu, figlio, non soltanto vivi, non soltanto continui a nascere, a morire, a rinascere e a rimorire tra una vita e l'altra, tra un secondo e l'altro della tua esistenza, ma anche, continuamente, fai morire e fai vivere tutto ciò che ti circonda, contribuendo con la tua morte e con la tua vita non soltanto alla tua evoluzione, non soltanto alla tua spinta verso di me, ma all'evoluzione di tutto il Creato.
Figlio mio, nascere non vuol dire gioire sempre, morire non vuol dire soffrire sempre, ma nascere e morire sono due estremi che in realtà combaciano e che sono una cosa sola, e chi ha la fortuna di far nascere qualche cosa, molte volte deve avere il coraggio di far morire qualche cosa in sé, per poter controbilanciare ciò che crea.
Figlio mio, per nascere in me, devi morire in te.

Scifo

 

Padre mio, questa tua misera creatura ancora una volta è qui davanti a Te e chiede il Tuo aiuto. Padre mio, aiutami a non seguire, a non continuare a seguire i fantasmi che la mia mente in continuazione crea.
Eppure io conosco la Tua Realtà, sono a conoscenza della Tua infinita Bontà, del Tuo Affetto e di quale conforto le Tue parole e la Tua presenza possono portarmi. Eppure da più parti io vedo la Tua presenza, da più parti io Ti sento vicino, ma essi, quei fantasmi che la mia mente continua a creare, mi avvolgono, oscurando la mia visione di Te. Aiutami, Padre mio, ad abbandonarli, aiutami a trovare la forza per farlo, Ti prego, Padre mio, fallo, affinché essi non possano più farmi sentire sola, pur sapendo che sola non sono. Aiutami, Padre mio, Ti prego aiutami ...

Viola

 

... Figlio mio, ti ho sentito invocare il mio aiuto e chiedermi come fare per riuscire ad allontanare definitivamente da te i fantasmi che affollano in continuazione la tua mente, quasi come se io non avessi fatto già per te tutto il possibile affinché tu riuscissi da solo a fare ciò. Figlio mio, se io ti ho fatto nascere più e più volte, questo nascere è stato affinché tu, ad ogni nuova nascita, avessi all'interno un bagaglio di esperienze più ampio, una maggiore conoscenza della realtà e, quindi, una maggiore possibilità di comprendere te stesso. E non mi sono accontentato di farti nascere periodicamente, ma ho fatto sì da strutturare te stesso, quello che ti circonda, il mondo e la stessa evoluzione in modo tale che il nascere diventasse una tua dote che ti accompagna in ogni momento. Infatti, figlio mio, se tu ti osservi con attenzione - non solo all'esterno ma principalmente all'interno - ti puoi rendere conto che nasci ad ogni istante. Nel momento in cui versi una lacrima, figlio mio, in quel momento tu nasci, perché quella lacrima versata sinceramente trasforma il tuo essere, rendendoti diverso. Nel momento in cui doni un sorriso in una situazione disperata, figlio mio, in quel momento tu nasci, perché con quel sorriso vuol dire che sei riuscito a raggiungere ciò che altrimenti, chissà quando, saresti riuscito a raggiungere. Nel momento in cui tendi la mano a un tuo fratello, figlio mio, in quel momento tu nasci, perché significa che sei diventato diverso, avendo compreso che non esisti tu soltanto ma anche le altre persone che ti circondano e che non sono altro che dei riflessi di te stesso e che, come tali, meritano la stessa attenzione che tu, solitamente, invece poni solamente a ciò che tu fai, che tu vuoi, che tu desideri. Figlio mio, i fantasmi della mente spariscono allorché si alza il sole nel cielo: non allorché tu non soffri più, ma allorché tu possiedi tutto ciò che desideri; non allorché tu sei soddisfatto del tuo lavoro, ma allorché sei davvero, fino in fondo e completamente sincero con te stesso.

Scifo

 

Padre mio, io sono soltanto una piccola creatura, spesso sperduta nel mondo, triste, desolata, incapace di comunicare con gli altri, incapace di manifestare amore, di porgere una mano, di fare anche solamente un sorriso a coloro che mi stanno attorno. Padre mio, non è falsa umiltà la mia, ma ogni giorno che trascorro mi rendo conto di quale sia - in fondo - la mia pochezza, di quanti difetti io possieda, di quante volte so che io dovrei fare e non ho il coraggio o, forse, la voglia di mettere in atto quello che so essere il mio dovere. Eppure, Padre mio, malgrado questo, io so, io sento, io sono sicuro, certo in tutto il mio essere che Tu mi ami; sento questo Tuo amore che mi circonda, che è presente ovunque intorno a me, che fa parte di me come ogni altra creatura, dalla più grande alla più piccola; sento che tutto ciò che io vivo, tutto ciò per cui io soffro, per cui gioisco, per cui trascorro i miei giorni è costruito sul Tuo amore, su quell'amore che Tu, Padre mio, malgrado tutto, malgrado ciò che io, in realtà, sono, non Ti stanchi mai di inviarmi. E allora mi chiedo, Padre mio: ma com'è possibile questo?Com'è possibile che, malgrado tutto, Tu mi ami in questo grande modo? ...

Moti

 

... Figlio mio, io ti amo perché in te io sono rinchiuso, io ti amo perché sei una creatura molto spesso abbandonata, molto spesso desolata. Io ti amo perché riesci ad essere egoista anche quando dentro di te sapresti donare agli altri, Io ti amo perché in te sai trovare le qualità ingannevoli e più misere, mentre in te, se tu volessi, vi è la mia grandezza. Io ti amo perché soffri, perché lotti, perché gioisci, perché vivi in difficoltà, perché non sai aiutare, perché sei triste, perché ti senti abbandonato, deriso, solo, scostante. Io ti amo perché, malgrado tutto questo figlio mio, malgrado tu - con grande fatica a volte - cerchi di non ascoltare la mia voce. Io ti amo, figlio mio, perché tu sempre e comunque mi vai cercando. Mi vai cercando intorno a te per le strade del mondo, e mi scopri negli occhi di coloro che ti guardano, nei loro brevi attimi d'amore, mi scopri in una foglia che cade, in una goccia di rugiada, mi scopri nelle tue mani, che a volte si stringono a pugno pur di non tendersi verso i tuoi fratelli, mi scopri in te stesso anche se fai degli sforzi grandi per non volertene accorgere, mi scopri in un incontro al buio con delle voci di cui non conosci la provenienza, mi scopri in un libro antico e polveroso il cui linguaggio, a volte, neppure riesci a comprendere appieno, mi scopri in una dottrina orientale, mi scopri in una preghiera, in una parola, in un silenzio. Figlio mio, per tutto questo io ti amo. Figlio mio, ti amo perché sei una mia creatura.

Scifo

 

Padre mio, io sorrido, io vivo, io scherzo, io trascorro i miei giorni col sorriso dipinto sul volto, eppure, Padre, quando mi guardo allo specchio mi sembra di vedere una maschera tragica che, dietro ad un sorriso dipinto e immobile sui lineamenti, nasconde, invece, una grande pena e una grande tristezza. Sì, Padre mio, al di là di ciò che la mia bocca tende a mostrare agli altri, al di là di ciò che le mie parole cercano di far credere a coloro che mi circondano, al di là dell'immagine che io costruisco per gli altri, se soltanto mi fermo un attimo ad osservare me stesso, la maschera cade e trovo al mio interno tristezza e solitudine.
Padre, Padre mio, eppure io sono sicura che Tu mi ami, e che usi mille modi diversi per venirmi incontro e per aiutarmi nel mio cammino verso di Te. Ed io, Padre mio, che cosa faccio? Lo so, lo so, Padre mio, che non faccio tutto quello che potrei fare, ma sono fragile all'interno, ed è proprio questa la mia sofferenza principale: il rendermi conto di non riuscire a fare ciò che vorrei e che saprei fare. Anche quando, Padre, io ho l'immensa fortuna, la grande gioia, la felicità di poter sentire coloro che Tu mi mandi, messaggeri delle Tue parole, io mi rendo conto che molte volte non riesco a seguire ciò che dicono e mi comporto in modo diverso da ciò che loro mi mostrano. Dimmi, Padre, dimmi Tu, che cosa posso fare per essere diversa, per essere davvero degna di chiamarmi una Tua creatura, felice di ascoltare le mille voci che mi parlano
di Te? ...

Viola

 

... Figlio mio, anche se tu non parli, non v'è bisogno di parole, affinché ciò che tu senti e provi riesca a raggiungermi: le tue preghiere, per quanto mute e silenziose, arrivano a me con il fragore di un tuono, ed io non resto indifferente, figlio, come a te può sembrare, ma rispondo sempre; e se soltanto tu ti fermassi un attimo a cercare di udire, grande consolazione potresti trovare da ciò che io t'invio. Figlio mio, tu che hai la possibilità di essermi apparentemente più vicino degli altri - anche se per brevi momenti - attraverso il contatto diretto con coloro che io ti invio per farti sentire in un modo ancora diverso e, forse, sotto certi aspetti, più completo, la mia presenza e il mio Amore, a te, figlio, io dico di cercare di rendere veramente fruttuoso ciò che queste creature ti dicono, perché è in questo modo che potrai arrivare non soltanto a conoscere me, ma principalmente a conoscere te stesso e quindi anche me. Perché, non dimenticarlo mai, figlio mio, tu ed io non siamo disgiunti, ma siamo un unico essere. Ma che fare, se le lusinghe del mondo sembrano distrarti, renderti indifferente, apatico, sembrano farti partecipare alla comunione soltanto come un individuo che ha intenzione di prendere senza cercare mai di dare? Figlio mio, certamente ti sarà capitato di avere perso una persona cara, di cercare di ricordare anche il più piccolo respiro di quegli attimi da te vissuti, con passione, con rimpianto, con dolore, con attaccamento, perché sapevi che erano gli ultimi e che poi li avresti persi, forse, per sempre. Figlio mio, se ti ho parlato di quest'esperienza, non è per suscitare ancora in te il rimpianto o il dolore, ma è per dirti che il modo migliore per ascoltare le voci che io a te mando affinché ti parlino di me, direttamente o indirettamente di me, è quello di ascoltare ogni volta come se per te dovesse essere l'ultima volta che le potrai ascoltare.In questa ottica, figlio, assaporerai ogni respiro, ogni frase, ogni emanazione, e la comunione ogni volta sarà da te vissuta nel modo migliore, indipendentemente da coloro con cui la starai vivendo, poiché vivrai l'esperienza che io ti mando, fino all'ultima goccia. Figlio mio, cerca di amare sempre te stesso e tutto ciò che ti succede, perché ciò che ti succede non ti succede a caso, ma ti succede mosso dall'Amore che io provo per te.

Moti

 

Padre mio, quando mi accorgo che le altre Tue creature non mi offrono e non mi danno quel dono che Tu generosamente hai dato a ognuno di noi, io mi sento una creatura infelice, Padre, e sento un nodo nella mia gola, perché credo e sono convinta che basterebbe solo un loro cenno, una loro parola, un loro sorriso perché io riesca a dare di più. Eppure io, Padre, mi rendo conto del bene che Tu mi hai dato, mi rendo conto di poter amare, ma non voglio farlo, non mi accontento delle cose che ho intorno a me e che Tu, nel Tuo immenso amore, Padre, mi hai fatto arrivare, magari anche in un momento in cui io non aspettavo questo. Ma dimmi, Padre: cosa devo fare per capire, per sbloccarmi da questa situazione che mi fa tanto male? Perché, Padre mio, non riesco ad accettare quelle cose che Tu, per il mio bene, questo lo so, mi hai mandato? E non mi basta, e mi rendo conto che non mi basta amare soltanto poche creature, vorrei poter amare tutti i Tuoi figli, e vorrei poter dare loro tutto quello che posso dare, ma non ci riesco, Padre mio.
Ti prego, dimmi Tu cosa è giusto che io faccia...

Viola

 

... Figlio mio, se quanto io ti ho dato non ti basta e non è sufficiente per te affinché tu ti senta una creatura felice e paga di sé, come puoi soltanto minimamente immaginare di poter dare quell'amore che senti presente in te, dentro di te, agli altri? Figlio mio, io non ho dimenticato di donarti, di mettere anche dentro di te quell'Amore che muove il mondo, ma se tu non lo cerchi, se tu lo sfuggi, e non lo vuoi riconoscere nelle cose che in questa tua vita ti appartengono, allora, figlio mio, io non posso far altro che aspettare, aspettare che tu comprenda, veramente e totalmente, il significato dell'esistenza che in questo momento stai vivendo, esistenza che io faccio procedere nel modo migliore per te, per aiutarti nella comprensione. Impara, figlio mio, prima di tutto ad amare le piccole cose che hai accontentandoti di ciò che possiedi, a rispettarle, a difenderle da qualsiasi attacco, interno od esterno che sia, impara, figlio mio, ad amare intensamente anche la più piccola parte del tuo stesso corpo, e soltanto quando avrai imparato questo, figlio mio, potrai essere sicuro di poter tentare di amare anche gli altri. E quando darai loro amore senza aspettarti mai nulla in cambio, quando riuscirai a donarti loro intensamente, spassionatamente, senza riserve, paure o timori, sta' certo, figlio mio, che essi ti risponderanno, e potrai scorgere in ogni loro risposta la mia presenza.

Fabius

 

Se io conduco la mia vita senza far male a nessuno, se io lavoro facendo esattamente quello per cui vengo pagato, se io so accarezzare i miei figli quand'è il momento, o, quand'è il momento, corteggiare la mia compagna, se io conduco la mia vita in questo modo chi potrà mai dire che io non ho vissuto nel modo giusto? ...

Scifo

 

... Se, figlio mio, nel tuo non fare male agli altri contemporaneamente non trovi il modo di aiutare gli altri, se il tuo lavoro è in proporzione a quanto ricevi e non è fatto perché è il tuo senso del dovere, della giustizia e, perché no?, anche del piacere che ti induce a lavorare, se ai tuoi figli non neghi una carezza allorché da essi ti viene richiesta, pur tuttavia non sai dare loro una carezza quando meno se l'aspettano e senza motivo, se alla tua compagna non neghi il tuo amore, eppure questo tuo amore te lo tieni in tasca quando essa non te lo richiede, io posso dirti, figlio mio, che se pure non posso affermare che tu vivi la tua vita in modo sbagliato neppure posso affermare che la tua vita sia condotta veramente nel modo più giusto.

Moti

 

Padre, Padre mio, mio Creatore, Tu mi hai dato la possibilità d'essere testimone di fenomeni strani, inusitati, di fenomeni che hanno sconvolto il mio credo interiore, che hanno cambiato il corso della mia esistenza, che hanno dato un colore diverso alla mia vita, passando da un grigio squallido ad intensi colori di luce. Le parole che Tu hai affidato ai Tuoi messaggeri affinché esse giungessero a me, erano talmente dense di significato che non sarebbe sufficiente una vita per riuscire veramente a comprenderle. Questo dicevo. Ma adesso mi rendo conto, Padre mio, Altissimo Signore e mio Creatore, che questi Tuoi messaggeri continuano a giungere a me per ripetere sempre le stesse cose; non trovo infatti in ciò che Tu ora mi mandi nulla di veramente nuovo e originale; ed io allora mi chiedo, Padre mio, che senso ha continuare a ripetere le stesse cose, continuare a dirmi che devo amare gli altri miei fratelli come me stesso, continuare a dirmi che devo essere sincero con me stesso e sincero con gli altri, continuare a ricordarmi di dire sempre la verità anche al prezzo di creare al mio interno della sofferenza? Padre mio, mi chiedo che senso ha continuare a pensare che l'evoluzione alla quale io dovrò giungere è così lontana, ma veramente così lontana, che tutto questo mi appare quasi come un gioco senza senso? Perché dunque affaticarTi ancora affinché le Tue parole giungano a me, perché permettere che io possa continuare ad ascoltarle, perché non far sì che quanto viene speso in fatica, in lavoro, in energia, non venga usato diversamente a convincere colui che a tutto questo non vuole credere? Padre mio, mio Creatore, prima di continuare a parlarmi degli stessi concetti Ti prego di dare una risposta ad un dubbio, ad un'idea, ad un qualcosa che da più tempo giace dentro di me: perché non usare tutto ciò che stai usando per far parlare i Tuoi messaggeri, per creare invece un fenomeno meraviglioso, fantastico, che possa dare la certezza a tutti gli altri che Tu esisti veramente?

Michel

 

Figlio mio, se tu pensi veramente che possa essere il fenomeno meraviglioso, il fenomeno fantastico a darti la certezza, significa mio caro che ben poco hai capito di ciò che volevo dirti; e se tu, figlio mio, quasi con rammarico mi chiedi perché ti sto ripetendo le stesse cose da anni, quasi con tristezza mi chiedi perché non ti ho dato nulla di nuovo, io non posso dare una risposta al tuo chiedere se non rivoltando la domanda; infatti, figlio mio, io qui ed ora ti chiedo: e tu, da queste mie parole, da secoli ripetute, quanto sei riuscito a cambiare? Per quanto sia vero che da anni ripeto le stesse cose, per quanto sia vero che da secoli si ripete lo stesso insegnamento, è vero che tu oggi come oggi, sei così come eri ieri, e così come probabilmente sarai domani, ancora non hai imparato - solo per fare un esempio - ad avere rispetto per te stesso, per i tuoi compagni di viaggio, per i tuoi fratelli, ad un punto tale affinché tu ti possa chiamare veramente Uomo.

Viola

 

Padre, Padre mio, ancora una volta hai permesso che la Tua voce giungesse a me attraverso ai Tuoi messaggeri, ed ancora un'altra tristissima volta, Padre mio, io mi chiedo a quanto tutto questo mi possa servire, osservandomi nella vita di tutti i giorni in cui dimentico i momenti di serenità, i momenti di pace, i momenti quasi di beatitudine e divento l'essere meschino che continua sempre e soltanto a pensare a se stesso, e non sa rivolgere lo sguardo attorno per asciugare anche una sola lacrima ad un proprio fratello. Padre mio, a cosa servono questi Tuoi messaggeri quando io vado nel mondo spinta soltanto dal desiderio di guadagnare, di possedere, di mettere in mostra il mio Io, di fare opere d'arte, di scrivere, di parlare, di far godere gli altri di queste mie capacità quando Tu, invece, attraverso i Tuoi messaggeri, mi insegni l'umiltà, la semplicità, mi insegni a godere anche del solo silenzio? Padre mio, è inutile che Tu continui ad inviarmi queste voci, è inutile che Tu cerchi di farmi maturare, perché io continuo inevitabilmente ad essere l'uomo egoista che ancora oggi sento dentro di me. Se solo Tu potessi aiutarmi, Padre mio, se solo Tu fossi in grado di darmi un'indicazione, ma non soltanto semplicemente attraverso queste voci che restano voci e basta, ma direttamente con qualcosa di vero e di tangibile che mi gratifichi in qualche modo nel mio Io più profondo, allora anche io, Padre mio, riuscirei a sorridere veramente. Non più parole quindi, Padre mio, ma qualcosa di più. Grazie ...

Viola

 

... Figlio mio, tu ti aspetti da me ciò che io non voglio fare: tu ti aspetti da me che io dia corpo ai tuoi desideri, che io accontenti i tuoi bisogni, che io appaghi ciò che tu vuoi non soltanto pregando ma esigendo addirittura che io faccia ciò. Eppure, figlio mio, se io ti ho dato una mente è stato perché tu imparassi ad usare questo strumento così sensibile che io per te ho creato, è stato affinché tu riuscissi ad impadronirti della logica e - attraverso la logica - rendere più giusti, più veri, più indirizzati verso me i tuoi pensieri e i tuoi desideri. Se tu ti ascoltassi, figlio mio, allorché chiedi, implori e pretendi, se tu stessi attento all'assurdità delle tue parole, se tu usassi le tue parole per vagliare con attenzione ciò che tu dici, stai pur certo, figlio mio, che il tuo viso diventerebbe rosso e taceresti. Pensi davvero che io possa fare per te ciò che tu stesso non riesci a fare? Pensi davvero che riuscirei a convincerti senza arrivare alla costrizione? Perché nessun individuo può essere veramente convinto contro la sua volontà. Pensi davvero che io per te potrei creare qualche fenomeno meraviglioso, inaudito e strabiliante che possa far breccia nel tuo non credere, che possa far sì che tu da un momento all'altro trovi la fiducia non soltanto in me ma addirittura in te stesso? Io ti garantisco, figlio mio, che per quante meraviglie per te abbia posto nel mondo, per quante meraviglie per te abbia posto su quei piani che tu non conosci, per quante meraviglie io, soprattutto, figlio mio, abbia posto al tuo interno, non ve n'è nessuna che possa essere per te convincente se tu non vuoi essere convinto. La tua preghiera, quindi, figlio mio, è raccattata dal vento ma è dal vento dispersa. E la mia risposta, figlio mio, io l'ho affidata al vento ma tu non sei stato capace di afferrarla.

Scifo

 

Padre, Padre mio, io sto cercando risposte e trovo soltanto domande. Mi sono interrogato sulla vita e mi sono chiesto: "Chi è che è vivo?"

Forse il mio corpo fisico è vivo, forse è vivo il mio Io, forse è viva la mia coscienza.

Forse... forse... forse...

E a forza di domande sono giunto alla conclusione che solo Tu, Padre mio, sei vivo. E io, Padre mio, mio amatissimo Padre, io mi sono interrogato su me stesso, sulla realtà, su ciò che io sono, su ciò che potrei essere, su ciò che sarò, su qual è la mia coscienza, la parte conscia di me; se è il mio corpo fisico che è conscio, se è il mio Io che è conscio, se lo è la mia coscienza.

Se... se... se...

E alla fine - anche un po' stanco - mi sono detto che in fondo forse (anzi: senz'altro) la risposta è che soltanto Tu, Padre,
sei cosciente.

Anonimo

 

Figli carissimi, Figli miei carissimi, siete ancora lontani dall'aver compreso! Infatti io non sono vivo, io non sono cosciente: semplicemente, figli,

IO SONO.

Scifo


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