Altissimo Signore, Padre mio, non è passato molto tempo da quando Tu hai mandato a me i Tuoi messaggeri affinché la Tua Verità fosse anche alla mia portata. Eppure allora tutto questo mi pareva un sogno tutto questo mi pareva come un gioco bellissimo e la Tua voce mi suonava dolcissima alle orecchie, anche se non completamente accettata dalla mia mente. Adesso, Padre mio, che la Tua Verità mi viene offerta in un modo totalmente diverso, completo, pieno, io sento un'estrema commozione nella mia profondità, io sento un nodo alla gola e mi rendo conto che a nulla vale versare delle lacrime, perché quanto Tu vuoi significare Altissimo Signore, Padre mio, è veramente troppo grande perché io
riesca a comprenderlo.


Florian

 

Ed io che per Te ho pianto, ed io che per Te ho combattuto, ho lottato, ho versato e fatto versare sangue. Ed io che, in Tuo nome, ho violentato, prevaricato gli altri, ho fatto sì che la mia volontà la facesse da padrona su quella degli altri, solo adesso, Padre mio, mi rendo conto, del male che sono riuscito a fare a me stesso.

Florian

 

Padre mio, io ho sentito i Tuoi figli parlarmi di evoluzione. Ho sentito che suggerivano l'idea che Tutto è Uno e ho pensato anche che, se davvero Tutto è Uno, dalla più piccola cosa, mi è possibile Padre mio, se io davvero lo voglio, riuscire ad arrivare fino a Te. E assieme a questo pensiero, Padre mio, io ho gioito. Io ho gioito perché se davvero Tutto è Uno, io ho compreso che io sono Tutto e Uno anche con gli altri fratelli che mi stanno attorno. E che ogni carezza che a me non viene data, che a me viene tolta per essere donata ad un mio fratello, ha lo stesso valore della carezza che io avrei dovuto ricevere. E che le stesse parole e lo stesso affetto che prima, magari, era centrato su di me e adesso vedo rivolgere ad altri, questo affetto, queste parole, ho compreso, Padre mio, che sono ancora e sempre miei. E' di questo Padre mio, di questa mia comprensione, di questo mio sentirmi unito veramente fino in fondo con Te e con i Tuoi figli, di questo riuscire a condividere senza invidie, senza rancori, senza accidia ciò che gli altri hanno e che apparentemente a me manca, di tutto questo, Padre mio,
io Ti ringrazio dal più profondo del mio essere.

Moti

 

Padre nostro, se ancora una volta ci hai rivestiti di materia, se ancora una volta ci siamo trovati in mezzo agli altri, incatenati ai bisogni, ai desideri, alle necessità del nostro Io, è perché soltanto Tu sapevi che di questo ancora noi avevamo bisogno. Padre nostro, se ancora abbiamo versato lacrime, se ancora abbiamo pianto, perché non siamo riusciti a dare la mano ad un nostro fratello che soffriva, se ancora non siamo riusciti ad asciugare quella lacrima prima che il vento l'asciugasse per noi, Padre nostro, è perché Tu sapevi che il nostro cammino, la nostra strada, così doveva essere. Padre nostro, chissà ancora per quante vite, chissà ancora per quante esistenze, così dovremo essere. Tu non puoi darci la certezza che questa sia l'ultima esperienza, Tu non puoi fare questo, Padre nostro, ma noi confidiamo in Te e speriamo che, prima o poi, Ti raggiungeremo perché siamo certi che Tu, come un ottimo padre, con un'infinita pazienza ci aspetterai.

Viola

 

Altissimo Signore, Padre mio, mio Creatore, quante volte con la mente, e soltanto con essa, ho pensato: "sia fatta la Tua volontà". E nel momento in cui mi accorgevo che la Tua volontà contrastava la mia, Padre mio, ho avuto paura, e ho pianto, e Ti ho rinnegato, pur sapendo che, in codesto modo, allungavo la mia permanenza in questo mondo, allungavo la mia agonia, la mia sofferenza, Padre mio. Ma adesso, adesso che il mondo fisico non mi appartiene più, adesso che i luccichii del mondo fisico sono per me soltanto dei pezzi di vetro, adesso che l'oro, per me, ha lo stesso valore del filo d'erba, Padre mio, sono pronto a correrTi incontro, a unirmi a Te in un unico abbraccio e pensare, e questa volta non soltanto con la mia mente, Padre mio: "sia fatta veramente la Tua volontà e non la mia!"

Florian

 

Padre, perdonami l'orgoglio che mi impedisce di chiedere scusa per un mio errore, quello stesso orgoglio che non mi fa piegare di fronte all'altrui ragione, quello stesso orgoglio che mi fa incrinare un matrimonio, rovinare un rapporto, sciupare un'amicizia, piuttosto che chinare il capo ed ammettere di avere errato. Ti prego, Padre mio, perdonami anche per quell'orgoglio che non mi fa accettare le idee degli altri, che mi impedisce di sentirli miei fratelli anche nei momenti in cui mi rivolgono delle critiche - giuste o sbagliate che esse siano - che non mi fa comprendere che un rimprovero, una opposizione, possono anche essere segno di aggressività repressa ma sempre sono segno di non indifferenza, cioè d'amore nei miei confronti. Concedimi il Tuo perdono, Padre mio, per tutte le lacrime che, per orgoglio, non ho lasciato sgorgare dai miei occhi. Tu lo sai che c'erano, ed erano copiose dentro di me, ma sai anche quanta fatica mi costa mantenere integra la mia immagine di essere orgoglioso, forte, invulnerabile alle avversità, intoccabile dal dolore. Aiutami, Ti prego, Padre mio, a trovare l'unico orgoglio che veramente valga la pena di possedere: quello di sentirmi una Tua creatura e di poterTi chiamare Padre.

Viola

 

Bastò che tu dicessi: "Sia la luce" e la luce fu. Ciò che Tu vuoi É, mio Dio, perché Tua è la volontà. Essa è uno dei Tuoi aspetti e da Te pervade il Creato; essa è il filo che lega a Te ogni individuo, è la scala sulla quale ogni uomo può salire fino ad arrivare a sprofondare in Te, perché chi vuole davvero sa amare davvero, e chi ama davvero sa riconoscere l'Amore, e chi riconosce l'Amore non può non riconoscerTi, e chi Ti riconosce non può non comprendere di essere una Tua parte, una piccola immensa scintilla della Volontà e dell'Amore che da Te emana e che a Te riporta. Al di là dei nostri fallaci pensieri, al di là delle nostre imperfette sensazioni, al di là delle nostre egoistiche società, al di là delle nostre infinitesime conoscenze, al di là delle nostre speranze, delle nostre paure, dei nostri dolori e delle nostre gioie, dei nostri desideri e del nostro continuare a essere schiavi del nostro Io, dacci sempre la volontà di volere, accompagna con il Tuo Amore il nostro brancolare nel buio della nostra inoperosità alla ricerca di ciò che "sentiamo" esistere in noi, ora calpestato, ora deriso, ora schernito, ora sfuggito, ora cercato, ora temuto, ora maledetto, ora agognato ... e che si chiama Amore.

Viola

 

Dio, Dio, mio Dio, Padre Celeste di tutte le creature, Colui che Tutto E', Assoluto, come posso io, piccola creatura, avere l'ardire di comprenderTi, come posso io, misera creatura, solo pensare di avvicinarmi a Te? Eppure io so che, nonostante queste paure, nonostante questi timori che mi frenano in alcuni momenti, la ragione del mio esistere è proprio l'avvicinarmi a Te, l'arrivare a comprenderTi e so anche che Tu Ti aspetti proprio questo dalle Tue creature. Le cose del mondo, le cose più belle del mondo, ad un certo punto non mostreranno più alcun interesse per l'individuo che sentirà nascere in sé un bisogno più intimo, più profondo, più impellente di arrivare a comprenderTi, perché saprà che nel momento in cui avrà compreso Te, avrà compreso anche tutta la realtà. Sì, certo, le cose del mondo serviranno ancora agli individui, all'uomo, per il suo sostentamento fisico, se non altro, pur tuttavia sarà soltanto una piccola necessità che sarà nulla al confronto della gioia e del piacere che egli proverà nel compiere quei piccoli passi per arrivare a Te e alla Realtà. Perché Tu sei la Realtà, perché Tu sei Colui che Tutto E' e noi siamo consapevoli di essere una piccola parte di Te, e siamo consapevoli anche che se ci tenessimo per mano, unendoci gli uni agli altri, non riusciremmo mai, tutti quanti assieme, ad essere Te, eppure sappiamo che deriviamo da Te, che ognuno nel nostro cuore porta questa parte di Te che lo fa sentire unito agli altri fratelli, questo afflato, questo bisogno di amare e di amore che giace in ogni creatura. E' impensabile credere che esistano individui che non sentano al loro interno questo bisogno, questa necessità, questa spinta all'amore; magari è un bisogno, una necessità inconscia, non razionalizzata, magari non avvertita dall'individuo stesso, ma senz'altro c'è. Perché se tutto è amore, anche se noi stessi piccole e misere creature siamo amore, ogni fratello ed ogni sorella, portano con sé questo Amore. Dio, Dio mio, Padre Celeste, Padre di tutte le creature, che grande gioia ci dai nel poterTi riconoscere! Sorelle, fratelli, con un poco di attenzione, con un briciolo di consapevolezza, con un minimo di introspezione e di desiderio di guardare per un minuto e profondamente dentro se stessi, ognuno di voi così come già fu per ognuno di noi, potrebbe trovare i segni di quella felicità. Com'è possibile infatti pensare che un Dio, che è Amore, lasci che una sua creatura viva soltanto di sofferenza! E' possibile concepire invece un Dio che lascia che le sue creature soffrano per assaporare fino in fondo la vera felicità. Già, voi potreste pensare, sono belle parole, queste, ma quando si soffre veramente è quasi impossibile pensare che esistano anche uomini felici, ma se voi cercate di fare questo piccolo sforzo per trovare dentro di voi quei semi, io sono convinta, sorelle, io ne sono certa, fratelli, che tutti voi vi unireste in coro per ringraziare Colui che Tutto ciò ci ha dato, dicendo: Padre nostro, come possiamo noi ringraziarTi di aver messo sulla nostra strada la felicità la vera felicità che è soltanto quella di essere consapevoli che Tu sei noi e noi siamo Te?

Viola

 

Io ti ringrazio per avermi dato la coscienza di esistere, per avere permesso che questa coscienza di esistere mi contrapponesse alla realtà a me esterna, per aver fatto sì che questo mio contrappormi alla realtà esterna mi abbia indotto a pensare che anche le altre persone siano esterne a me e a me contrapposte. Io ti ringrazio, per avermi donato la coscienza di esistere, per aver fatto sì che questa coscienza di esistere passasse dal mio esterno per arrivare alla parte più intima di me stesso, risalendo la corrente come una trota che cerca il punto migliore per depositare le sue uova. Io ti ringrazio perché in questo modo mi hai dato la possibilità di seguire questa corrente e arrivare al posto dove Tu, mio Signore, hai posto quelle che sono le Tue uova, i Tuoi semi, la Tua goccia divina, che, appena raggiunta, mi fa comprendere che la mia coscienza di esistere pur se percepita, pur se vista, pur se sentita da me stesso, in realtà era sentita in modo errato e travisante, perché mediata dalla percezione del mio Io. Io ti ringrazio perché attraverso questo cammino, che va dall'esterno all'interno in un circolo che sembra non avere mai fine, alla fine io sono riuscito, grazie alla Tua misericordia, a spezzare il cerchio e ad avvicinarmi per sempre a Te. Io ti ringrazio.

Ananda


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